Amori Impossibili
 
 
André sentì le lacrime salirgli agli occhi e il fuoco della gelosia divorargli l'anima. Mai aveva veduto la sua Oscar tanto bella, tanto viva e tanto donna come la vedeva ora. Era splendente come il cielo stellato, avvolta in quella coltre di pallida luce, intensa come solo lui poteva scorgerla. Aveva il volto pallido e lo sguardo intimidito, estraneo a quel corpo imprigionato nel corsetto, avvolto in quell'involucro di seta frusciante d'un pallido azzurro che ricordava vagamente le nuvole tenui del cielo d'estate. Poteva sentire la morbidezza di quei capelli biondi, aspirarne il profumo, perdersi in quegli occhi che parevano fiordalisi e morirvi dentro, affondarvi e lasciarsi soffocare dall'amore e dal desiderio che lo consumava come un cero da anni acceso, un fuoco mai spento e che ora bruciava di più. Immobile, impietrito sulle scale che portavano ai piani superiori, André quasi non udì la cara nonna chiedergli, emozionata e felice come non mai: "Guarda, André..guarda la nostra Oscar..Non è una splendida damigella?" André inghiottì il suo tormento e annuì, quasi meccanicamente. I loro occhi s' incontrarono. Quelli di Oscar cercavano in quelli dell'amico una pur esigua traccia di approvazione ma André chinò il capo, evitò di colpo di guardarla, come lo infastidisse, d'improvviso, il solo pensiero di starle vicino.
"Scusa, nonna ma io..devo andare, adesso. " Ed era fuggito via, quasi, per le scale. Ad Oscar era sembrato arrabbiato, ma perché, si chiedeva?"Sono..tanto ridicola?" Chiese Oscar con un certo timore, di colpo insicura e stranamente delusa dal comportamento dell'amico.
" Oh, lascia perdere quello zuccone! Non ha mai capito niente di queste cose, che vuoi che ne sappia, adesso? " borbottò la donna, aggiustandole un ricciolo ribelle e sistemandole un'ultima volta il vestito sorridendo infine compiaciuta. "Sei un vero splendore, piccola mia! "
Ma ad André non sono piaciuta, pensò Oscar quasi con disperazione. Il primo uomo che la vedeva in abiti femminili e non gli era piaciuta..Di sicuro neanche il conte di Fersen ne sarebbe rimasto colpito…Ormai era in gioco, non poteva tirarsi indietro. Poteva considerarla una nuova sfida, solo che era indifesa e non aveva la spada al fianco a farle compagnia e non aveva André, accanto a lei, pronto a difenderla e a farla sentire infinitamente forte…Alzò la testa, fiera, strinse il ventaglio sul cuore e scese la scalinata che l'avrebbe condotta in braccio all'amore o incontro ad un altro ben più infinito dolore.

André attese che la carrozza fosse lontana prima di scoppiare in un incontrollabile pianto. Per Fersen era così bella, per lui solo e il pensiero che di lì a poco l'avrebbe stretta tra le braccia lo faceva impazzire. In quanti sogni l'aveva vista venire da lui come donna e abbandonarsi contro di lui spaventata e bisognosa di protezione, d'amore..e lui, forte del suo sentimento, rispondere con passione ai suoi baci caldi e dimostrarle di quale ardore fosse capace, anche se era di rango  inferiore, anche se non aveva da offrirle che il suo amore disperato ed impossibile. Affondò il viso contro il cuscino del suo letto soffocando in esso i singhiozzi e gridando a denti stretti per la gran rabbia. Maledisse il conte di Fersen non una ma cento volte, quello svedese che voleva togliergli l'unico bene prezioso che era la sua Oscar, l'unico tesoro che Dio gli aveva concesso e che dopotutto non era mai stato suo. Pensò che forse Fersen non avrebbe ugualmente ricambiato l'amore che Oscar gli porgeva, lo sperò, in cuor suo, ma subito si pentì. Che cuore aveva? Avrebbe forse preferito vedere Oscar soffrire come lui stava soffrendo? Quello era l'amore che le portava da sempre? Non sarebbe mai potuta essere felice con lui, ma col conte di Fersen…oh, con lui sì, era leale, forte ed era un nobile. Ed era l'amante di sua maestà…Lo colse un nuovo il risentimento, la rabbia come non ne aveva mai provata e il folle desiderio di uccidere il conte di Fersen, avesse potuto averlo tra le mani!Di nuovo, però, il pensiero di Oscar lo fece fremere. Avrebbe dovuto essere felice per lei nel caso il conte si fosse accorto di quanto la sua Oscar fosse bella vestita da donna..Forse avrebbe capito di volerle bene, le avrebbe chiesto di sposarlo, di partire con lui per la Svezia..La sua Oscar non sarebbe stata sua, non lo era mai stata, avrebbe avuto una casa, un marito nobile, dei bambini bellissimi e si sarebbero amati, una notte, tutte le notti, per sempre.
"Ed io, allora, morirò..Mi ucciderò, sì…Perché l'avrò irrimediabilmente perduta! "

Il ballo era in pieno svolgimento, di sicuro tutti si stavano chiedendo come mai quella splendida dama simile ad una dea fosse fuggita via tanto repentinamente, sciogliendosi dal caldo, invidiato abbraccio del bellissimo conte svedese. Aveva il cuore che le scoppiava nel petto, Oscar e la vergogna, la paura e la sofferenza le riempivano gli occhi già colmi di lacrime. Un'amica, un'amica era soltanto, per lui, nulla di più. Addio sogni d'amore, di speranza, di felicità tanto a lungo agognata, non aveva più nulla tra le dita se non una gioia che le stava scivolando via con assieme tutte le sue sicurezze se mai ne aveva avute. Almeno avesse avuto la sua spada, si sarebbe potuta strappare via dal petto quel suo debole cuore di donna e gettarlo in quella fontana sulla quale lasciava cadere le sue lacrime. Ti amo, ti amo, Fersen, perché non vuoi capire? Perché nessuno vuole capire? Sono una donna, sono donna, non voglio esserlo, Dio, non voglio amare più, mai più, per tutta la vita, finché muoio, Dio..Fammi essere uomo, te ne prego..Chissà se l'ascoltava o se rideva anch'Egli delle sue debolezze…

 André era sceso nelle stalle quando era stato sicuro che tutti dormissero a villa Jarjayes, deciso a fare una lunga cavalcata in piena notte, per sentire il vento attraversargli l'anima e spegnere quella collera che ancora divampava in lui. Invece di uscire si era poi seduto sulla paglia fresca e si era ritrovato a parlare con César, accarezzandogli sovente il manto bianco, lasciando che gli soffiasse sul volto tutto l'affetto per le continue, amorevoli cure  cui ogni giorno, da anni, era sottoposto. "Stiamo perdendo Oscar, César…La stiamo perdendo…" mormorò, afflitto. "Il Conte di Fersen non potrà non accorgersi di quanto sia bella e donna, la stringerà dolcemente e forse…" Non poté continuare, era troppo doloroso e lui troppo stanco per l'emozione. Neanche se ne accorse, si addormentò sussurrando il nome di colei che mai le sarebbe appartenuta e pregò il cielo di sognarla e di saperla, perlomeno, felice. Si svegliò quando ormai la notte impallidiva, trafitta dal nascere del sole, di un nuovo giorno uguale da sempre, mentre l'assonnato nitrire di un cavallo e il rantolo leggero di una carrozza stanca riempiva il silenzio tutt'intorno. "Oscar.." pensò André saltando in piedi, il cuore in tumulto. " Sei tu, Oscar.."disse, in un sussurro. Attese col cuore stretto in una morsa, sapeva con assoluta certezza che Oscar avrebbe aperto la porta della stalla e sarebbe corso da lei. Erano come fratelli, un tempo, si dicevano tutto! Gli avrebbe detto che Fersen l'aveva stretta a sé, che l'aveva baciata, che l'aveva chiesta in moglie, che..Un singhiozzo gli parve una leggera risata gioiosa. Era talmente disperato da non sentire che lei lo era quanto lui. "Allora, Oscar…Tu…" non riuscì a continuare. Oscar gli era corsa incontro, volandogli tra le braccia e stretta al suo petto era esplosa in pianto. André la tenne stretta, incredulo, stupito e triste, infine, quando intuì ciò che dovesse essere accaduto. Le accarezzò i capelli quasi del tutto sciolti, sussurrò parole dolci contro i suoi capelli color del grano, asciugò più che poté quelle lacrime. Avesse potuto tenerla così per sempre!
" Perdonami, André…" gli parve di udire. Perdonarla? Di che cosa doveva perdonarla?
" Non avrei dovuto vestirmi così..Sono stata una sciocca a credere che…"Tacque, come se avesse capito d'aver detto troppo e alla persona sbagliata. Ah, se avesse potuto vedere gli occhi ardenti di lui mentre la consolava, dicendole:
" Eri bellissima, Oscar. Il conte di Fersen è un idiota a non essersene accorto..! " Anche lui si arrestò di colpo, forse Oscar avrebbe capito, sentendo i muscoli tesi allo spasimo, il fiato corto per averla così attaccata a lui, imprigionata in quelle braccia forti. " E' già giorno.." le disse sorridendo, allontanandola perché non sentisse il desiderio che aveva di lei. Le sfiorò la guancia con le dita. " Va' a cambiarti se non vuoi che svenga la servitù quando ti vedrà così vestita!"
Oscar riuscì a sorridere. " Sei un vero amico, André…"
Un amico, ecco ciò che era per lei, pensò André mentre uscivano insieme dalle scuderie, senza sapere che le stesse parole Fersen aveva avute per Oscar. Non sapeva ancora con precisione cos'era successo, ma mentre Oscar già combatteva per cancellare l'amore per il bel conte, André sentiva crescere sempre più forte il suo. Averla tenuta così stretta e avvertito la fragilità del suo essere donna, aveva acceso in lui la consapevolezza che qualcosa tra loro stesse per nascere. Impossibile dire quando, ma sapeva all'improvviso che nulla era perduto e che Oscar era stata creata per lui e lui solo, un giorno, avrebbe potuto farle sentire l'intensa forza che sprigionava l'amore. " E' freddo.." le disse, avvolgendole  le braccia nude con la sua giacca calda. Oscar vi si rifugiò sorridendo appena ed insieme al suo amico entrò nella sua grande villa addormentata.

Fine

                                                                                                                               Laura
 
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